lunedì, dicembre 31, 2007

lunedì, novembre 26, 2007

sabato, novembre 24, 2007

progresso a Firenze


....finalmente il personale esecutivo aldisopra dei dirigenti.

.....tutti sotto Miniati!

mercoledì, novembre 21, 2007

doveri di istituto (2)

doveri di Istituto (istituzionali) 2



La sala operatoria e’ lo strumento di gestione che penalizza o premia i chirurghi.

Lo schema successivo indica 14 chirurghi con indicato a fianco il numero di interventi fatti in 10 mesi.

Apparentemente si potrebbe pensare che i 5 ultimi sarebbero quelli agevolati perche’ lavorano meno, in pratica sarebbe legittimo ma bisogna considerare che chi fa il chirurgo lo fa per passione e quindi operare meno e’ punitivo.

E’ risaputo che i chirurghi lavorerebbero anche gratis, lo sanno i Direttori Sanitari cosi’ come lo sanno tutti gli altri medici ospedalieri, se controllate durante gli scioperi sono pochi i chirurghi che aderiscono.

Si potrebbe sospettare che quelli che pagano potrebbero avere la stessa prestazione a gratis dallo stesso chirurgo (ma non lo sanno!).

Gli ultimi 5 chirurghi operano poco ma non per scelta personale, mentre i primi 4 operano di più non perche’ sono i più bravi ma perche’ favoriti.

Il tutto non certo nell’interesse dell’istituzione ma per interessi personali, sicuramente non certo nell’interesse dei pazienti.

Una distribuzione piu’ omogenea degli interventi chirurgici sarebbe nell’interesse dell’istituzione e dei pazienti (specialmente se si pensa alla chirurgia di urgenza in cui conta molto l’affidabilita’ e l’esperienza!)

chirurgho - interventi:

1 - 167
2 - 155
3 - 122
4 - 102

5 - 96
6 - 93
7 - 90
8 - 89
9 - 76

10- 46
11- 37
12- 23
13- 13
14- 10

….continua…..

mercoledì, ottobre 31, 2007

domenica, ottobre 28, 2007

doveri di istituto (1)

Reparto di chirurgia generale (il lavoro dei chirurghi).

Il gruppo di chirurghi in organico hanno delle cose da fare obbligatorie, attivita' obbligatorie che devono essere ripartite in modo omogeneo tra tutti proprio perche' obbligatorie: sono i "doveri di istituto".
I doveri di istituto (che rappresentano la quota maggiore dell'orario di servizio) sono:

1-reperibilita'
2-guardie attive
3-ambulatori
4-turni di sala operatoria.

La casistica operatoria, di un gruppo di chirurghi ospedalieri, è formata da pazienti che arrivano in ospedale da accessi differenziati (considerando chirurgia di urgenza e chirurgia programmata):

1-dal DEA/PS
2-da trasferimenti interni dai reparti di medicina
3-dagli ambulatori dell'ospedale
4-dagli ambulatori di chirurgia generale sul territorio
5-dalla attivita' libero professionale (paganti).

Il Direttore (che ha funzioni organizzative!) organizza il lavoro dei propri collaboratori attraverso la distribuzione dei doveri di istituto e la distribuzione degli interventi chirurgici in sala operatoria.

Osservando come viene distribuito il lavoro ai collaboratori ("gestione dei collaboratori";) si ha una dimostrazione della "politica" professionale del Direttore che puo' premiare o penalizzare (privileggiare o emarginare) questi o quel collaboratore (influenzando in questo modo il futuro professionale e di carriera).

In genere si rispetta la scelta del paziente ma puo' capitare lo "scippo" con attribuzione ad altri (del tipo togliere ai poveri per dare ai ricchi) nell'ottica di danneggiare per favorire.

....continua....

sabato, settembre 29, 2007

la riorganizzazione in chirurgia generale

Grandi cambiamenti nell'area chirurgica.

La riorganizzazione non e' di facciata ma una vera e propria reingegnerizzazione, questo significa un vero e proprio cambiamento.

Il cambiamento interessa l'assistenza infermieristica ma anche i medici.

Ogni volta che si prospetta un cambiamento sicuramente si evidenziano i pro ed i contrari (quelli che resistono o cercano di resistere).

Un fatto e' certo:
i medici che resistono al cambiamento certamente difendono i propri interessi personali (di qualsiasi tipo), si potrebbe sospettare di "interessi in atti di ufficio".

Il cambiamento e' sempre nell'interesse del malato ma anche il resistere o il contrastare il cambiamento viene giustificato come difesa dell'interesse del malato.

A buon intenditore poche parole!

giovedì, settembre 20, 2007

lista di attesa in chirurgia 4

La lista di attesa in chirurgia generale rappresenta l’elenco dei clienti che sono in fila in attesa di essere operati.

L’ordine di posizione in lista è regolato da un fattore temporale, la data di inserimento.

Il cittadino comune pensa che la lista venga sfrondata (automaticamente o manualmente da qualcuno) cancellando i clienti che sono stai operati.

Non è così!

Non c’è nessuna garanzia che qualcuno cancelli quelli che sono stati operati per cui sembra sempre che ci sia una lista lunga!

La diffusione dei tempi di attesa per ogni intervento chirurgico potrebbe evidenziare questa “incongruenza” prevedendo un controllo periodico sulla lista di attesa.

Indirettamente si potrebbe risalire alla efficienza delle sale operatorie a smaltire la lista di attesa.

Risalterebbero maggiormente le differenze di costi tra i vari presidi ospedalieri.

…..continua….

venerdì, settembre 14, 2007

sei uno stronzo? test di verifica

e' un problema tra i chirurghi?


Test: sei uno stronzo patentato?

Segni che lo stronzo interiore sta tirando fuori la testa



Istruzioni: Indicate con vero (V) e falso (F) se le frasi sottostanti descrivono in modo corretto le vostre sensazioni e le interazioni tra voi e i vostri colleghi.



Quali sono le mie reazioni istintive di fronte agli altri?



- 1. Mi sento circondato da idioti e incompetenti e non posso fare a meno di farglielo notare di tanto in tanto.

- 2. Ero una persona tranquilla prima di cominciare a lavorare con questo branco di coglioni.

- 3. Non mi fido della gente che mi circonda, e loro non si fidano di me.

- 4. Considero i colleghi come i miei concorrenti.

- 5. Credo che il modo migliore di “salire in cima” sia buttare giù qualcun altro.

- 6. Godo segretamente quando qualcun altro soffre o è in imbarazzo.

- 7. Spesso sono geloso dei miei colleghi e ho difficoltà a essere sinceramente contento per loro quando hanno successo.

- 8. Ho un gruppo ristretto di amici fidati e una lunga lista di nemici, e sono ugualmente fiero di entrambi.



Come tratto gli altri?



- 9. A volte non riesco a trattenere il mio disprezzo verso tutti gli sfigati e i coglioni che lavorano nel mio ufficio.

- 10. Trovo utile guardare di traverso, insultare e a volte anche urlare in faccia agli idioti che lavorano con me. Altrimenti non imparano mai.

- 11. Mi prendo tutto il merito per i risultati della mia squadra, e perché non dovrei? Non andrebbero da nessuna parte senza di me.

- 12. Durante le riunioni mi piace indirizzare commenti “innocenti” che non hanno altro scopo se non umiliare e gettare nello sconforto i destinatari.

- 13. Sono sempre pronto a sottolineare gli errori altrui.

- 14. Io non sbaglio mai. Quando qualcosa va male, la colpa è sempre di qualche idiota.

- 15. Interrompo sempre gli altri perché quello che devo dire io è più importante.

- 16. Lecco sempre il culo al mio capo e alle persone importanti e mi aspetto lo stesso trattamento dai miei sottoposti.

- 17. A volte le mie battute e le mie prese in giro sono un po’ pesanti, ma bisogna ammettere che sono divertenti.

- 18. Amo la mia squadra e loro amano me, ma sono sempre in guerra con il resto dell’azienda. Tratto tutti di merda perché chi non fa parte della mia squadra o non conta niente o è un nemico.



Come regiscono gli altri nei miei confronti?



- 19. Noto che le persone evitano di guardarmi negli occhi quando parlano con me e si innervosiscono

- 20. Ho la sensazione che la gente stia sempre molto attenta a quello che dice in mia presenza.

- 21. Le mie e-mail provocano sempre reazioni ostili, che spesso sfociano in battaglie di insulti.

- 22. Gli altri esitano a darmi informazioni personali.

- 23. Gli altri sembrano non divertirsi in mia presenza.

- 24. Quando arrivo le persone reagiscono sempre dicendo che devono andare via.



Come calcolare il punteggio: sommate il numero delle risposte positive. Il test non ha valore scientifico, ma secondo me:



da 0 a 5: non sembrate avere le credenziali di uno stronzo patentato, a meno che non vi stiate prendendo in giro da soli.



da 5 a 15: siete degli stronzi patentati borderline: forse è arrivato il momento di cambiare atteggiamento prima che sia troppo tardi.



da 15 in su: Avete tutta l’aria degli stronzi fatti e finiti. Fatevi aiutare immediatamente. Ma per favore non rivolgetevi a me, perché non voglio conoscervi.



(estratto da Il metodo antistronzi di Robert I. Sutton)

domenica, settembre 09, 2007

la stupidita'

.....ne conosco!!!!!

.......La terza (ed aurea) legge fondamentale della stupidità presuppone, pur non enunciandolo esplicitamente, che gli umani rientrino in una di quattro categorie fondamentali:

1. gli SPROVVEDUTI (se Tizio compie un’azione e ne ricava una perdita mentre nello stesso tempo procura un vantaggio a Caio, Tizio ha agito da sprovveduto);
2. gli INTELLIGENTI (se Tizio compie un’azione da cui ottiene un vantaggio e nello stesso tempo procura un vantaggio anche a Caio, agisce intelligentemente);
3. i BANDITI (se Tizio compie un’azione dalla quale trae un vantaggio causando una perdita a Caio, agisce da bandito);
4. e i CRETINI (se Tizio causa un danno ad un terzo o a un gruppo di persone, senza peraltro realizzare alcun vantaggio per sé o, addirittura, subendo una perdita, è un cretino).

La “terza legge fondamentale degli stolti” risulta dunque la seguente:

IL CRETINO È UNA PERSONA CHE CAUSA UN DANNO AD UN’ALTRA PERSONA O A UN GRUPPO DI PERSONE SENZA NEL CONTEMPO REALIZZARE ALCUN VANTAGGIO PER SÉ O ADDIRITTURA SUBENDO UNA PERDITA

mercoledì, settembre 05, 2007

lista di attesa in chirurgia 3

Nel 1975, a Firenze, esisteva l'Arcispedale di S.M.N. e Stabilimenti Riuniti che raccoglieva 3 Ospedali:

1- Careggi

2- S.M.N.

3- Osp. S.M.A..

Nel 2007, a Firenze, esiste l'Azienda S. F.10 e l'Azienda O.Careggi.

L'Azienda S.F.10 comprende 5 Ospedali di cui 3 cittadini, in ognuno di questi Ospedali e' presente un reparto di Chirurgia Generale quindi 5 reparti di Chirurgia Generale in una unica Azienda.

Non si conoscono i tempi di attesa, per singolo intervento chirurgico, di ogni reparto di Chirurgia Generale.

Per quanto riguarda i tumori maligni la Regione Toscana prescrive un tempo di attesa massimo di 30 giorni per l'intervento chirurgico, questa prescrizione tutela il cittadino nei confronti della patologia maligna (tumori maligni).

Per la patologia benigna (i piu' frequenti: ernia inguinale, calcoli alla colecisti, appendicite, laparocele, emorroidi) non sono previsti tempi di attesa certi.

Gli interventi citati richiedono una degenza ospedaliera media di 2 giorni per cui chiunque conoscesse i tempi di attesa potrebbe spostarsi dove si aspetta meno ed invece alla disparita' di attesa si aggiunge la beffa di attese artificiali.

L'assurdo e' che il costo di uno stesso intervento chirurgico (esempio l'asportazione della colecisti) e' differente nei vari Ospedali dell'Azienda come se ogni Ospedale avesse costi differenti rispetto allo stesso oggetto prodotto.

Volendo fare un esempio pratico immaginiamo che la FIAT producesse la 500 in 5 stabilimenti con costi di produzione differenti e con tempi di attesa differenti!!

Se i manager, pagati profumatamente, non riescono a risolvere il problema almeno lasciamo liberi i cittadini di andare dove si aspetta meno!

Vogliamo sapere i tempi di attesa, per ogni intervento chirurgico, dei rispettivi reparti di Chirurgia Generale per poter scegliere dove andare liberamente senza essere obbligati ad aspettare per ignoranza!!!!!!!

martedì, settembre 04, 2007

primario delirante

Cassazione Penale
Dare del "delirante" al primario non è reato
Primario in "delirio di onnipotenza": assolto l'autore dell'esposto offensivo

Massima

Con esposto, indirizzato all'Istituto, all'Assessorato Regionale, al Ministero della Sanità, all'Ordine dei Medici della Provincia ed altri uffici, il marito di una paziente aveva sostenuto che il medico si era reso responsabile di "fatti di grave negligenza ed omissione professionale", che aveva assunto "un comportamento stizzito e borioso, in pieno delirio di onnipotenza". E ne aveva qualificato le condotte come un "penoso esempio di miserevolezza umana, prima ancora che di miserevolezza della scienza medica". Va confermata la sentenza di assoluzione dal reato di diffamazione, pronunciata in appello per l'autore dell'esposto, in quanto il medico, nel corso di una discussione, tra l'altro aveva dato alla paziente della "bugiarda". In questo contesto si colloca il comportamento finale del sanitario, ritenendolo per indici evidenti (la stessa animosità della discussione che faceva allontanare i presenti, l'attribuzione di mendacio, la prospettazione con durezza dell'assenza di alternative all'intervento disposto), fatto ingiusto idoneo a giustificare la reazione del marito di lei. (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

sabato, settembre 01, 2007

lista di attesa in chirurgia 2

Rendere efficienti le sale operatorie (lavorare 12 ore al giorno) significa aumentare i costi, attualmente e' prioritario risparmiare.

Il problema attuale e' migliorare il rendimento delle sale operatorie con le risorse disponibili per cui il problema lista di attesa equivale a voler rendere quadrato il cerchio.

Da questa realta' scaturisce la ricerca di formule che diano una risposta, almeno parziale, alla soluzione del problema tempi di attesa delle liste operatorie.

La pubblicizzazione delle liste di attesa per ogni reparto di chirurgia rende trasparente la gestione della lista di attesa ma, sopratutto, permette al cliente di scegliere dove andare, permettendo una distribuzione del lavoro in modo equo tra le chirurgie e limitando la speculazione.

La pubblicizzazione dei tempi di attesa e' a costo zero!

Ogni Direttore di Chirurgia, attualmente, e' responsabile della gestione della lista di attesa, sarebbe sufficiente comunicarla alla Direzione Sanitaria e quindi agli organi di informazione per la pubblicazione periodica dei "tempi di attesa per intervento chirurgico".

Perche' non viene fatto?

Il tutto e' a costo zero!!!!!

venerdì, agosto 31, 2007

lista di attesa in chirurgia 1

La lista di attesa in chirurgia e' argomento di moda, gia' in Inghilterra avevano questo problema, dal momento che il nostro SSN segue sempre quello inglese si puo' prevedere una soluzione all'inglese.

Intanto si possono fare delle riflessioni partendo dal quotidiano del proprio contesto reale.

La strettoia in chirurgia e' la sala operatoria. Le sale operatorie sono efficienti?

Nella linea di produzione la sala operatoria e' il fulcro per determinare la quantita' di prodotto realizzabile, tempo addietro nelle fabbriche c'era la figura del controllore dei tempi di lavoro.

Quando si acquista una automobile nuova, quando non e' disponibile in deposito, si attende l'arrivo di quella ordinata e l'attesa e' in funzione della quantita' di auto prodotte dalla fabbrica ogni giorno e da quanti ordini di acquisto ci sono.

In parallelo il rendimento di una struttura di chirurgia dipende da quanti interventi chirurgici possono essere fatti al giorno e quindi dalla disponibilita' ed efficienza delle sale operatorie.

Una sala operatoria che lavora 8.00-14.00 rende meno di una sala operatoria che lavora 8.00-20.00.

Prima di scrivere di lista di attesa e' necessario che le sale operatorie lavorino al massimo delle possibilita'.

E' efficiente una sala operatoria che lavori dalle 8.00 alle 20.00 e successivamente possiamo affrontare eventualmente il problema liste di attesa.

7 sale operatorie:

1- per emergenze (24 ore)

1- per urgenze differibili e non differibili (24 ore)

5- per interventi programmabili (elezione - 12 ore)

Per incidere sulla lista di attesa e' necessario definire quanti interventi chirurgici si possono fare avendo a disposizione 5 sale operatorie che lavorano per 12 ore per 5 giorni la settimana (12x5=60 ore a settimana x 5=300 ore a settimana di sala operatoria x4=1200 = rendimento massimo al mese del presidio ospedaliero per smaltire la lista di attesa della chirurgia=tutte le specialita' chirurgiche).

Da questa base si puo' partire per discutere di come risolvere la lista di attesa, diversamente significa non volere risolvere il problema.

Cui prodest?

lunedì, agosto 27, 2007

lista di attesa in chirurgia, aspetta 20 mesi

aspetta 20 mesi

Se il cliente avesse fatto un giro di telefonate agli altri ospedali avrebbe scelto quello con meno attesa, sarebbe stato operato prima, avrebbe sofferto meno, avrebbe risparmiato 10.000,00 euro.

E’ vero che le cliniche private lavorano grazie a queste situazioni.

La conclusione e’ che l’istituzione pubblica deve comunicare ai cittadini i tempi di attesa per i vari interventi, nei vari ospedali, per facilitare la scelta dove andare: e’ un diritto, non tutti hanno 10.000,00 euro.

E’ un provvedimento a costo zero!

Il proverbio dice che chi e’ causa del suo male pianga se’ stesso!

domenica, agosto 26, 2007

corruttibile

chi non rispetta le regole e' corruttibile, provare per credere!

sabato, agosto 25, 2007

a proposito di lista di attesa in chirurgia

La lista di attesa in chirurgia è oscena per la patologia benigna.

In attesa di riorganizzazioni rivoluzionarie basterebbe, per iniziare, rendere pubblico il tempo di attesa per ogni reparto chirurgico in modo che il cliente possa scegliere dove andare (sicuramente sceglierebbe dove si attende meno!).

Questo tipo di provvedimento e' semplice, doveroso, riequilibrante per tutti i reparti di chirurgia, perche' distribuisce equamente il lavoro con uso razionale delle risorse economiche ed umane.

L'aspetto piu' interessante della pubblicazione dei tempi di attesa per interventi chirurgici e' che ha costo zero e rende trasparente tutta la materia.

Tutti sanno che i clienti dei Direttori delle chirurgie hanno percorsi piu' rapidi con sorpassi degli altri clienti.

(.....continua....)

giovedì, agosto 23, 2007

giovedì, agosto 16, 2007

catena di comando militare (2) / Azienda Ospedale

………………omissis………….

i Generali, si limitano a fare politica ed accademia, quando si sostituiscono alle tre “C” combinano dei disastri;

i Colonnelli, devono capire cosa si vuole da loro, valutare i rischi e dare ordini comprensibili, ragionevoli e legittimi;

i Capitani, decidono chi, dove e quando ammazzare e morire;

i Caporali, ammazzano e muoiono.

In Azienda/Ospedale?

Generale/Direttore Generale/Direzione Generale

Colonnello/Capo Dipartimento

Capitano/Direttore SC

Caporale/Dirigenti

Recupereranno gli sprechi e i risparmi per una “azienda sanitaria virtuosa”?

giovedì, agosto 09, 2007

indagine su un campione di cittadini

Per ridurre la spesa sanitaria sarebbe meglio…


• aumentare i controlli sui medici e suggerire loro di prescrivere cure meno costose 18%
• aumentare i controlli sulla gestione delle ASL e degli ospedali 58%
• non so 24%

lunedì, luglio 30, 2007

nuovi posti di lavoro

Nuovi posti di lavoro nell'Ospedale/Azienda, tra gli altri:

1-capo-dipartimento

2-house-keeper

3-product-manager

4-responsabile di linea di produzione

.......sempre nell'interesse del paziente (che ora si chiama cliente).

giovedì, luglio 26, 2007

l'uomo mente

L’uomo mente perchè deve conservare l’immagine che vuol dare di se all’interno dell’ambiente in cui vive.

Questo ci riporta direttamente alla conquista del proprio spazio, un bisogno assoluto.

giovedì, luglio 12, 2007

complicazioni in chirurgia generale

Tutti gli interventi chirurgici possono avere complicazioni, intraoperatorie e postoperatorie.

Molte complicazioni sono dovute ad errori tecnici del chirurgo ed, in genere, il chirurgo bravo e’ quello che ha meno complicazioni o meglio il chirurgo bravo e’ quello che sbaglia meno!.

E’ usuale sentir dire nell’ambiente chirurgico che “chi non fa non falla”, ancora piu’ frequente e’ la frase “chi non lava i piatti non li rompe”.

Nessuno dice, pero’, quanti piatti e’ lecito rompere?

Quale e’ il numero di piatti rotti accettabile?

Vorreste in casa un/una lavapiatti che rompe spesso e volentieri i piatti, con il rischio di dover comprare continuamente piatti nuovi?

Questo argomento non interessa a nessuno, eppure rientra nella valutazione della qualita’:

-ogni paziente quante volte e’ rioperato? (risorse umane, vittime?)

-quanto costano (risorse economiche) le complicazioni?

-sono sprechi o rientrano nei costi a fondo perduto?

-quale e’ la percentuale di complicazioni accettabile (fisiologica)?

Nella cronaca degli ultimi giorni si legge di un dipendente che può essere licenziato se utilizza il telefono cellulare aziendale per telefonate personali private!


venerdì, giugno 29, 2007

chirurgo ignorante=chirurgo insicuro

Un dottore ignorante è un buon aiutante della morte.

(Avicenna, filosofo persiano)


venerdì, giugno 22, 2007

libera professione medici ospedalieri

il Giornale
venerdì 22 Giugno 2007

<<>>

I medici ai vertici di Careggi: Bloccare l’intramoenia. C’e’ il rischio di fuga verso il privato.
di Andrea Marrucci

“………Un atto di questo tipo potrebbe infatti portare a una fuga dalle strutture pubbliche.”

…….per andare dove?????

lunedì, giugno 18, 2007

a proposito di rapporto di fiducia

La fiducia.

La fiducia è un sentimento di sicurezza che deriva dal confidare in qualcuno o in qualcosa. E` una convinzione personale di correttezza e verità, e non può essere forzata.

Se si ottiene la fiducia di qualcuno, si è stabilita una relazione interpersonale basata sulla comunicazione, sulla condivisione di valori ed esperienze.

La fiducia dipende sempre dalla reciprocità.


domenica, giugno 17, 2007

medici licenziati, due pesi e due misure nel rapporto di fiducia

Due dirigenti medici sono stati licenziati per essere venuto meno il rapporto di fiducia con l’Azienda (Azienda pubblica) anche se non hanno provocato danni ne’ a persone, ne’ patrimoniali.

Lo staff dirigenziale che ha provocato un disastro amministrativo, con un buco di quasi 10 milioni di euro (di una struttura pubblica), resta al proprio posto provocando licenziamenti per recuperare parte del debito.

Il rapporto di fiducia si misura e si pesa secondo chi bisogna colpire o meno.

Anche i Direttori lavorano basandosi su considerazioni di fiducia, quando finira’ questa truffa?

venerdì, giugno 15, 2007

l'arroganza


L’arroganza

Arroganti, ahinoi, lo diventano anche molti di quelli che fanno carriera. Questi si lasciano affascinare dal potere fino ad arrivare a credere di essere diventati invulnerabili salvo poi rimanerci male se, per effetto di questo loro comportamento, vengono malamente espulsi dalla propria organizzazione.

di Luca Liguori

Gli arroganti ― parafrasando lo scrittore Elias Canetti ― sono gli uomini piu’ tremendi: quelli che credono di sapere tutto e ci credono. Arrogante pero’ e’ anche colui che non si degna , per esempio, di richiamare una persona dopo una telefonata, che fa fare anticamera senza alcuna ragione oppure maltratta i subordinati e chi e’ meno “importante” di lui. Questo male affligge un buon numero di persone senza privilegiare, in apparenza, particolari categorie sociali. Si puo’ definire, diciamo cosi’, un male trasversale.
Quando a soffrirne sono dei colleghi o dei subordinati… tutto sommato non e’ un grosso problema: si possono lasciar cuocere nel loro brodo e, se la cosa diventa insopportabile, far valere la propria autorita’ (coi subordinati, naturalmente). Un buon metodo per combattere “il male” lo consigliava Dino Basili: “L’arroganza “ diceva, “ si puo’ smontare con un’arroganza piu’ sfacciata, con un muro di ghiaccio o con una lacrima sincera”. La lacrima, in particolari circostanze, puo’ anche starci, ma mettersi ad erigere muri di ghiaccio non e’ certamente una bella prospettiva.
Arroganti - ahinoi - lo diventano anche molti di quelli che fanno carriera. Questi si lasciano affascinare dal potere fino ad arrivare a credere di essere diventati invulnerabili salvo poi rimanerci male se, per effetto di questo loro comportamento, vengono malamente espulsi dalla propria organizzazione. Bob Briner, un famoso consulente americano, ci esorta a non cadere nella trappola dell’arroganza. Essa ― afferma ― non solo e’ indegna, ma non ci conviene.
Il futuro, pero’, potra’ riservarci una situazione migliore? A sentire quello che diceva gia’ due secoli fa lo scrittore francese Alphonse Karr sembra proprio di no: “Gli apostoli diventano rari ― constatava sconsolato ― tutti sono padreterni!”.

10 febbraio 2002

Invia ad un amico

L’articolo di questa pagina e’ liberamente riproducibile (leggi le condizioni).

http://www.efira.com/spotlights/articolo_020210.htm

giovedì, giugno 14, 2007

medici licenziati 2

Riflessioni su medici licenziati.

1- non risultano danni a nessuno,

2- è evidente un disservizio,

3- il disservizio è un problema organizzativo,

4- il responsabile dell'organizzazione è il Direttore SC,

5- per coerenza dovrebbe essere licenziato per evidente incapacità organizzativa,

6- tutti sappiamo che esiste una omertà che difende gli errori del Direttore SC,

7- qualcuno ha segnalato il disservizio al Direttore Generale,

8- è la fine dell'omertà di ambiente oppure è un caso di vendetta?

9- significa che in caso di eventi sentinella o di eventi avversi si rischia il licenziamento?

10- quale è il ruolo dell'Ordine dei Medici in questo caso?

11- è lecito condannare in assenza di danni?

12- il giudizio si esprime solo in presenza di danni per denuncia o per dovere di ufficio?

martedì, giugno 12, 2007

medici licenziati

Medici licenziati.
Nel 1960 il primario poteva licenziare un proprio collaboratore (aiuto o assistente) con un semplice cenno della testa, "ad nutum" ( "Ad nutum", analogamente all' espressione "ad libitum", indica una decisione presa in modo assolutamente libero da parte della persona che l'ha adottata.
È sinonimo di decisione arbitraria in quanto rimessa alla esclusiva responsabilità del decidente).
Fu fondato il sindacato degli aiuti ed assistenti ospedalieri (ANAAO) che con fatica riuscì a stabilizzare la carriera ospedaliera riuscendo ad ottenere regole civili con diritti e doveri riconosciuti dall'istituzione.

Nel 2004 fui segnalato dal Direttore SC al Direttore Generale dell'Azienda per non aver fatto la visita,
devo ringraziare il Direttore Generale dell'Azienda che fu umano e generoso nel rinunciare a licenziarmi.
Spero di avere ancora fortuna, lunga vita ai generosi!!
Il tutto sempre nell'interesse del paziente! Il paziente è sempre al centro.

Nel 2007 il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria (su segnalazione del Direttore SC) licenzia due medici senza giusta causa ("ad nutum";) :

11/06/2007 12.32

SANITA' TOSCANA: SINDACATI MEDICI, STATO AGITAZIONE PER LICENZIAMENTI ASL 11

Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) - Proclamato in Toscana lo stato di agitazione dei medici dirigenti. E' la risposta dei sindacati dei camici bianchi al licenziamento senza preavviso di due colleghi ginecologi, deciso dal direttore generale dell'Azienda Usl 11 di Empoli. Le sigle hanno quindi deciso di interrompere le relazioni con l'assessorato alla Sanità regionale e con la direzione dell'Azienda sanitaria empolese.

Nello specifico i sindacati "condannano il comportamento lesivo dei patti contrattuali del direttore dell'Asl 11" che ha deciso il licenziamento nonostante il parere contrario del comitato dei Garanti. Inoltre, "stigmatizzano il tentativo arrogante di delegittimare il comitato dei Garanti stesso". Le organizzazioni sindacali dei dirigenti medici e veterinari dipendenti dal Servizio sanitario della Regione Toscana - Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Cisl medici, Fesmed, Federazione medica aderente Uil Fpl, Umsped (Aaroi, Snr, Aipac) - chiedono l'intervento dell'assessore regionale alla Salute, Enrico Rossi, "affinchè - riferisce una nota pubblicata sul sito dell'Anaao Assomed - si renda garante della corretta e puntuale applicazione del contratto nelle Asl della Regione".

(Fed/Adnkronos Salute)

Questi medici collaboratori (esclusi i Direttori) che non vogliono lavorare ed anzi fanno solo danni vanno licenziati "ad nutum" (in Africa fanno così!).
Salviamo i pazienti da questi mostri.


icon_cool

giovedì, maggio 31, 2007

intramoenia dei Direttori 2

Le riunioni di reparto sono importantissime, sono obbligatorie, servono a condividere le procedure ed affrontare i problemi dell'ambiente di lavoro, sono indette dal Direttore.

Come bisogna valutare il Direttore che disdice la mattina la riunione prevista per il pomeriggio perchè impegnato in un intervento chirurgico a libera professione non urgente?

Intanto i collaboratori erano arrivati e sono informati al momento che la riunione è stata rinviata (...che figura!).

Eppure questo stesso Direttore è quello che giudica gli altri collaboratori, naturalmente gli altri sbagliano sempre.

Come al solito si predica bene e si razzola male!

Che serietà di Direttore!!

I quattrini prima di tutto!!

venerdì, maggio 25, 2007

centralità del paziente

Nella formazione per diventare chirurgo mi hanno insegnato a fare per ottenere il migliore risultato nell'interesse del paziente.

Ho sempre lavorato nell'interesse del paziente.

Oggi mi insegnano a rispettare le procedure per non essere condannato.

Il paziente è sempre al centro!

orgia

orgia

sabato, maggio 12, 2007

intramoenia dei Direttori

I Dirigenti chirurghi possono fare libera professione intramoenia a condizione che facciano anche ambulatorio istituzionale (dove i pazienti non pagano).

I Direttori chirurghi fanno libera professione intramoenia (a pagamento) ma non fanno ambulatorio istituzionale (dove i pazienti non pagano), è una differenza notevole e non giustificata che porta ad una ingiustizia infatti il Direttore chirurgo che ha pochi pazienti personali li sottrae ai collaboratori (secondo la vecchia, di venti anni fa, concezione non più valida che tutti i pazienti del reparto sono suoi pazienti!!).

:icon_cool:

lunedì, maggio 07, 2007

aumentare i controlli, sorvegliare

Ogni volta che si scopre una causa di malasanità si provvede ad aumentare i controlli, naturalmente richiedendo nuove figure istituzionali che controllino altri controllori.

Attualmente le sovrastrutture dell'ospedale sono in crescita, nuovi posti di lavoro, nuove figure professionali, sempre nuovi posti per dirigenti.

Al centro dell'attenzione è l'organizzazione del lavoro che prevede una crescita dei controllori che controllano i controllori che controllano i controllati che sono la base dell'attività ospedaliera.

Controllare, controllare, sorvegliare sono le parole d'ordine in vigore.
Linee guida, protocolli, clinical pathways, risk management, controlli della sicurezza ma chi controlla la professionalità del personale?

Sembra strano ma si presume che il personale ha il massimo della professionalità, professionalità che più non si può.

L'organizzazione vuole la standardizzazione del lavoro, è risaputo che ogni volta che si vuole standardizzare il tutto avviene abbassando il livello medio, è impossibile standardizzare al livello superiore perchè la maggioranza è più verso il basso!
Si fa tutto per coinvolgere la maggioranza per cui se la maggioranza vale 6 la standardizzazione si colloca a 5 per recuperare il più possibile; la minoranza può anche oscillare tra il 7 ed il 10 ma non fa testo.

Il contenuto della professione è deficitario e si nasconde nello standard medio.

Esempio pratico:
dopo un intervento chirurgico di media entità il trattamento post-operatorio è standard senza differenziare tra maschio-femmina, magro-grasso, giovane-vecchio; quello che è grave è che anche per interventi più impegnativi si utilizza lo standard, addirittura lo standard non fa differenza tra chi ha 1 polmone oppure 2 polmoni nè se ci sia patologia associata o meno.

Si dice che la utilizzazione della standardizzazione facilita il lavoro del personale ospedaliero (realtà in una fabbrica di automobili, vedi Toyota), sarà anche vero ma ci sono anche le eccezioni che rappresentano una buona fetta del lavoro quotidiano, invece di insegnare a "pensare" si pretende di "adeguarsi" a quanto stabilito (ovviamente da altri!).

A quando il controllo delle professionalità e dei risultati?

sabato, maggio 05, 2007

ufficiali militari/dirigenti superiori aziendali

La catena di comando azienda sanitaria/militari.

Facendo un confronto tra gli ufficiali militari ed i dirigenti superiori aziendali (es. Direttori di SC chirurgia) si possono identificare alcune analogie, tra queste il sistema informazioni interno.

gli ufficiali militari:
1-devono essere sempre informati su quello che si dice e si fa all'interno del gruppo,
2-devono sempre sapere chi critica in positivo e chi critica in negativo,
3-devono sempre conoscere i contrasti interpersonali,
4-ricorrono ad informatori interni anonimi,
5-esiste un sistema informativo interno istituzionale nel contesto della catena di comando,
6-i consigliori personali sono sempre presenti.

i dirigenti superiori aziendali (Direttori):
1-sono dempre informati su quello che si dice e si fa all'interno del gruppo,
2-sanno sempre chi critica in positivo e chi critica in negativo,
3-conoscono sempre i contrasti interpersonali,
4-ricorrono ad informatori interni anonimi ma che sono sempre individuabili,
5-esiste un sistema informativo interno ufficioso anonimo nel contesto della catena di comando,
6-i consigliori personali sono sempre presenti;

....in ogni caso la "piaggeria" paga sempre in positivo.

:icon_smile:

giovedì, maggio 03, 2007

la catena di comando azienda sanitaria/militari

Consideriamo alcune differenze tra ufficiali militari e dirigenti superiori aziendali (Direttore di SC di azienda sanitaria):

gli ufficiali
:
1-sono formati in Accademia o quanto meno hanno un corso annuale per imparare a comandare,
2-comandano un gruppo di uomini ai quali sono legati e che devono coagulare per garantire un legame interpersonale tale che si realizzi il detto "tutti per uno, uno per tutti",
3-la vita di ogni singolo uomo dipende dagli altri componenti il gruppo e reciprocamente si garantiscono la sopravvivenza,
4-è di esempio ai propri uomini basandosi sull'autorevolezza non sull'autorità,
5-"predica bene e razzola bene",
6-è compito dell'ufficiale raggiungere l'obiettivo assegnatogli rischiando meno possibile la vita dei propri uomini (risorse umane) e limitando i "danni collaterali";

i dirigenti superiori aziendali (Direttore):
1-sono formati con un corso di 3-5-giorni per "manager",
2-"comandano" un gruppo di uomini ai quali non si sentono legati e che "governano" in base al principio "divide et impera"; classica la frase "se non ti va puoi andare via" rivolta al collaboratore critico;
3-in genere (specialmente in chirurgia) il gruppo è più "sparpagliato" che "vincolo" favorendo così l'interesse personale,
4-non è di esempio ai propri "uomini" basandosi sull'autorità più che sull'autorevolezza,
5-"predica bene e razzola male",
6-è compito del dirigente superiore raggiungere l'obiettivo assegnatogli nel rispetto del badget (risorse economiche), meglio se riesce a risparmiare.

lunedì, aprile 30, 2007

azienda sanitaria e struttura militare: la catena di comando

catena di comando militari/azienda:


generale = direttore generale

stato maggiore = direzione generale (direzione amministrativa-direzione sanitaria)

ufficiali superiori = capo dipartimento

ufficiali = dirigenti superiori (direttore)

sottoufficiali = dirigenti (medici)

truppa = personale esecutivo


gerarchia rigida piramidale

impossibile? no, è la realtà anche se non sembra!

.....continua....

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sabato, aprile 28, 2007

a confronto gli organigrammi di due ospedali multisito

Azienda Sanitaria Firenze - 10 (Toscana - Italia)


organigramma ASF 10-Firenze


ASF10-Firenze


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Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) - Ticino - Svizzera


organieoc.pdf


EOC

giovedì, aprile 19, 2007

statistica

La statistica in medicina ha lo stesso valore dell'oroscopo.

mercoledì, aprile 18, 2007

chirurgia inutile e chirurgia utile

Solo il 15-30% degli interventi chirurgici ha solide basi scientifiche. Significa che la medicina è fatta più di incertezze che di certezze. All'incertezza della scienza medica si somma quella della preparazione e dell'aggiornamento del medico.

Tra i pazienti è diffusa una visione mitica della medicina: il 70-80% della popolazione crede che sia una scienza esatta.

Quando medico e paziente si incontrano il dialogo si svolge in due lingue diverse: una "follia a due" in cui le attese corrispondono più ai desideri che alla realtà.

(Richard Smith, direttore del "Brithish medical journal").

"Il paziente sa di non sapere, ma pensa che il medico sappia".

"Anche il medico sa di non sapere, ma spera che il paziente non se ne accorga. Il rapporto quindi si basa sull'asimmetria dell'informazione: il medico può manipolare le preferenze e le convinzioni del paziente, come se fosse un bambino".

Solo il 15-30% degli interventi chirurgici ha basi scientifiche certe, se ne deduce che diagnosi e cura variano in funzione del medico consultato. Così gli interventi consigliati da un medico sono sconsigliati da un altro.

(Gianfranco Domenichetti, ex direttore della salute pubblica del Cantone Ticino-Svizzera).

La chirurgia è un "nobile artigianato", i risultati della chirurgia si basano sulla preparazione ed esperienza del chirurgo, valori e condizioni che, attualmente, non sono sostituibili.


martedì, aprile 10, 2007

lavoro in equipe e responsabilità dei medici

lavoro in equipe e responsabilità dei medici

……omissis……

La Corte di Cassazione ( Sez. IV sent. 1410, 14 giugno 2000) afferma che capo dell’equipe in occasione di un intervento è il chirurgo, i cui poteri direttivi e di coordinamento riguardano anche l’attività dell’anestesista.

Il caso riguardava l’esito di un procedimento che vedeva un anestesista ed un chirurgo imputati di omicidio colposo a danno di una bambina di sei anni il cui decesso era riconducibile a problemi respiratori insorti in fase di risveglio.

( Avv. Pasquale Dui, “Il giornale della previdenza dei medici e degli odontoiatri”, anno IX, n.3-2007:63.)

giovedì, marzo 29, 2007

la manipolazione

Manipolazione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Per manipolazione in senso psicologico s'intende il comportamento, contrario a una certa etica, che tende a indurre una persona a fare qualche cosa indipendentemente dalla sua volontà, quindi simile al plagio.

La parola si usa in senso spregiativo: chi manipola lo fa generalmente onde strumentalizzare qualcuno ai proprî fini. Va quindi ricordato che forme sottili di manipolazione sono onnipresenti e vanno dall'educazione alla pubblicità, con propositi talora filantropici o edificanti.

Una comunicazione efficace non dovrebbe essere e certamente non deve sembrare manipolatoria.

martedì, marzo 27, 2007

psicologia dell'illusione (errore cognitivo medico?)

psicologia dell’illusione (vale anche per i chirurghi)

  1. il depistaggio:se concentriamo la nostra attenzione su un punto, saremo ciechi o quasi a ciò che accade lontano da quel punto;
  2. la presunzione: giudichiamo sempre ciò che ci circonda sulla base della nostra esperienza ovvero di ciò che crediamo di sapere;
  3. l’attenzione limitata: se vediamo una cosa che ci sembra nota non la degniamo di una seconda occhiata;
  4. la fiducia nei nostri sensi: se osserviamo qualcosa “con i nostri occhi” non vediamo il motivo di metterlo in dubbio;
  5. la fretta di arrivare ad una conclusione: prendiamo decisioni sulla base di dati incompleti (es. se vediamo una coda presumiamo subito che ci sia un cane).

Non è tutto.

domenica, marzo 25, 2007

l'invidia, il sentimento più diffuso tra i chirurghi

l’invidia, il sentimento più diffuso tra i chirurghi

Sei invidioso?

Rifletti:

  • provo un certo piacere a sminuire i successi degli altri
  • mi chiedo spesso: perchè lui sì ed io no?
  • se il mio partner è al centro dell’attenzione mi sento sminuito
  • se una persona antipatica ha delle difficoltà non sono affatto dispiaciuto
  • credo di essere più intelligente della maggior parte degli altri
  • se un collega ottiene una promozione prima di me io penso che la sua è stata solo fortuna

(questionario di predisposizione all’invidia, Tappatà L., psicologia della personalità, “nel girone degli invidiosi”, Psicologia contemporanea n.195-maggio/giugno 2006, Giunti Editore)

“Tipica espressione dell’invidia è la maldicenza: si svaluta l’altro agli occhi del maggior numero possibile di persone, meglio se influenti o gerarchicamente elevate. Lo sguardo fruga tra le debolezze altrui, nel desiderio di individuarle, ingigantirle, renderle pubbliche. La persona arde di un’aggressività che non osa agire apertamente e della quale non sa liberarsi.”

“Un cocktail micidiale di insicurezza, malanimo ed efficienza.”

“L’invidioso si presenta come un soggetto dotato di scarso controllo delle proprie emozioni, un tipo ansioso, costantemente preoccupato e nervoso, insoddisfatto di sè e della realtà che lo circonda.”

“L’invidioso appare anche meticoloso, preciso, ordinato: tende verso i propri obiettivi distruttivi con costanza, caparbietà e resistenza. Proprio come diceva Dante, l’invidioso è un osservatore tenace, attentissimo a cogliere negli altri anche i più piccoli difetti.”

L’invidia è un peccato mortale.

Dante condanna gli invidiosi ad avere gli occhi cuciti con fil di ferro per l’eternità.

L’invidioso più pericoloso è quello che non ha coscienza di questa emozione-sentimento ed occupa posti di responsabilità di organizzazione.


venerdì, marzo 23, 2007

costume ospedaliero

L'articolo del codice deontologico dei medici piu' ignorato:

Art. 58 Rispetto reciproco

Il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e di considerazione della attività professionale di ognuno.
Il contrasto di opinione non deve violare i principi di un collegiale comportamento e di un civile dibattito.
Il medico deve assistere i colleghi senza fini di lucro salvo il diritto al ristoro delle spese.
Il medico deve essere solidale nei confronti dei colleghi risultati essere ingiustamente accusati.
(tratto dal codice deontologico 2006, vale anche per i medici dipendenti ospedalieri)

Se fossero denunciati tutti i casi ci sarebbe troppo lavoro per la commissione disciplinare dell’Ordine dei Medici.


martedì, marzo 20, 2007

divide et impera

In politica e sociologia si utilizza per definire una strategia
finalizzata al mantenimento di un territorio e/o di una popolazione,
dividendo e frammentando il potere dell'opposizione in modo che non
possa riunirsi contro un obiettivo comune. In realtà, questa strategia
contribuisce ad evitare che una serie di piccole entità titolari di una
quantità di potere ciascuna possano unirsi, formando un solo centro di
potere, implementando così una nuova e unica entità più rilevante e
pericolosa. Per evitare ciò, il potere centrale tende a dividere e a
creare dissapori tra le fazioni, in modo che non trovino mai la
possibilità di unirsi contro di lui.

Quindi questa tecnica permette ad un potere centrale, che può essere un
governo dispotico, o un governatorato coloniale-imperialista,
numericamente modesto, di governare e dominare su una popolazione
sensibilmente più numerosa.

Elemento tipico di questa tecnica consiste nel creare o alimentare le
faide e i dissapori tra le fazioni autoctone: facendo ciò si
contribuisce all'indebolimento e al successivo deterioramento dei
rapporti tra le fazioni o le tribù dominate, rendendo impossibili
eventuali alleanze o coalizioni che potrebbero mettere in discussione il
potere dominante.

sabato, marzo 10, 2007

....e lo chiamano progresso, che tristezza!

....nel pomeriggio di oggi (sabato 10.03.07) una signora anziana diabetica (84 anni) si reca al pronto soccorso per una infezione alla gamba (incisione?), è ricevuta da un infermiere che, sentito il caso, dicendo che al pronto soccorso queste cose non si fanno, indica di continuare la terapia e (lunedì) con la richiesta del medico di famiglia deve prenotare una visita all'ambulatorio di chirurgia generale; nessun consulto di nessun medico, rimanda a casa la signora senza alcuna documentazione di quanto avvenuto.

Il caso sarà trattato da un chirurgo, nella migliore delle ipotesi, tra 4-5 giorni!

Pronto soccorso? ma!

fatti:

  • l'infermiere non ha responsabilità di diagnosi e terapia!
  • è evidente una mancanza di risposta ad un bisogno!
  • questa infezione, che avrebbe potuto necessitare di una incisione, è trattata con ritardo rispetto alla necessità!
  • non è possibile richiedere i danni per mancanza di documentazione dell'episodio!

Solo le giornalate possono correggere la realtà dei comportamenti ospedalieri per salvaguardarsi da danni possibili per incompetenza di altri!

(p.s.: questo episodio è successo presso l'ospedale Careggi di Firenze)


mercoledì, marzo 07, 2007

consulenza e consulto (seguito)

I giudizi espressi in sede di consulto o di consulenza devono rispettare la dignità sia del curante che
del consulente.
Il medico, che sia di contrario avviso, qualora il consulto sia richiesto dal malato o dai suoi
familiari, può astenersi dal parteciparvi, fornendo, comunque, tutte le informazioni e l’eventuale
documentazione relativa al caso.
Lo specialista o consulente che visiti un ammalato in assenza del curante deve fornire una
dettagliata relazione diagnostica e l’indirizzo terapeutico consigliato.

martedì, marzo 06, 2007

consulenza e consulto

Consulenza e consulto
Art. 60
- Consulenza e consulto -
Qualora la complessità del caso clinico o l’interesse del paziente esigano il ricorso a specifiche competenze specialistiche diagnostiche e/o terapeutiche, il medico curante deve proporre il consulto con altro collega o la consulenza presso idonee strutture di specifica qualificazione, ponendo gli adeguati quesiti e fornendo la documentazione in suo possesso.
In caso di divergenza di opinioni, si dovrà comunque salvaguardare la tutela della salute del paziente che dovrà essere adeguatamente informato e le cui volontà dovranno essere rispettate.

(tratto dal codice professionale 2006)

lunedì, marzo 05, 2007

rapporti con il medico curante

Art. 59
- Rapporti con il medico curante -
Il medico che presti la propria opera in situazioni di urgenza o per ragioni di specializzazione a un ammalato in cura presso altro collega, previo consenso dell’interessato o del suo legale rappresentante, è tenuto a dare comunicazione al medico curante o ad altro medico eventualmente indicato dal paziente, degli indirizzi diagnostico-terapeutici attuati e delle valutazioni cliniche relative, tenuto conto delle norme di tutela della riservatezza.
Tra medico curante e colleghi operanti nelle strutture pubbliche e private, anche per assicurare la corretta informazione all’ammalato, deve sussistere, nel rispetto dell’autonomia e del diritto alla riservatezza, un rapporto di consultazione, di collaborazione e di informazione reciproca al fine di garantire coerenza e continuità diagnostico-terapeutica.
La lettera di dimissione deve essere indirizzata, di norma tramite il paziente, al medico curante o ad altro medico indicato dal paziente.

(tratto dal codice professionale 2006)

sabato, marzo 03, 2007

rispetto tra medici

La realtà dei rapporti tra medici è improntata (in ospedale per mia esperienza) da comportamenti per niente "umani" e regolati da frasi del tipo "non capisci niente", "quello non capisce niente", "fai questo", "non ti permettere", "quello sbaglia sempre", "non mi fido di quello", "ma cosa vuoi, si sa da dove viene", "non ha voglia di lavorare", "non sa fare niente", "faccio io perchè sono io", "si fa così", "dovete fare così", "chi non vuole può andare via", "io ho ragione", "sbagli", "hai sbagliato", "qui si fa così", "si è preso il malato". "opero io pechè gli altri non sanno operare", "non è aggiornato", "ha un carattere difficile, non voglio averci a che fare", "non parlarci", "non parlare con loro", "non dire niente a loro", per non dire delle conseguenze delle calunnie, dei soprusi, dell'invidia, dei rancori e della concorrenza estremizzata oltre che della esclusione e della emarginazione.
Progetto in corso di realizzazione per i pazienti/clienti: umanizzare gli ospedali!!.


Art. 58 Rispetto reciproco

Il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e di considerazione della attività professionale di ognuno.
Il contrasto di opinione non deve violare i principi di un collegiale comportamento e di un civile dibattito.
Il medico deve assistere i colleghi senza fini di lucro salvo il diritto al ristoro delle spese.
Il medico deve essere solidale nei confronti dei colleghi risultati essere ingiustamente accusati.

(tratto dal codice deontologico 2006, vale anche per i medici dipendenti ospedalieri)

sabato, febbraio 24, 2007

controllo-responsabilizzazione

controllo-responsabilizzazione
Azienda Sanitaria, l’ospedale fa parte di una azienda quindi e’ azienda.Il chirurgo dirigente aziendale non puo’ essere ignorante di cultura aziendale, il Direttore peggiore (in azienda) e’ quello che si basa sul “controllo”, l’ignoranza induce a credere che “controllo” significa qualita’ e muro al rischio ed all’errore, peggio ancora quando si pensa che responsabilità=controllo.
Il “controllo” prevede la “sanzione” e quindi tendenzialmente la “persona” tende a fare meno.Il “controllo” e’ efficace nelle comunita’ di ignoranti e di primitivi.
La “responsabilizzazione” e’ il metodo che, attualmente, rende i migliori risultati sia qualitativi che quantitativi.La dirigenza medica deve lavorare basandosi sulla responsabilizzazione, altri sistemi sono destinati al fallimento.
Come responsabilizzare in maniera piena le persone in azienda.
La risorsa “persona” e’ cio’ di cui un manager ha bisogno.L’azienda vincente riesce a far esprimere ad ogni suo dipendente tutto il proprio potenziale lavorativo. Per essere competitivi e’ indispensabile responsabilizzare a pieno le persone in azienda, attraverso strategie e tattiche di motivazione, coinvolgimento e delega.
Conoscere la propria azienda per far rendere al massimo i propri dipendenti.Se il manager non ha una chiara consapevolezza della propria realta’ aziendale, non puo’ disporre del “know-how” per motivare ed incentivare al massimo il lavoro di tutte le persone che vi operano.Conoscere la propria realta’ organizzativa vuol dire:-avere chiara comprensione del “clima” organizzativo;-comprendere l’assetto motivazionale delle persone;-comprendere gli stili di leadership;-impiantare un sistema condiviso di valutazione meritocratico-premiante.
Ridurre il controllo per aumentare l’autonomia.Esercitare un controllo eccessivo in azienda e’ la conseguenza di scarsa responsabilizzazione delle persone.
Il controllo, inoltre, rappresenta un costo invisibile e un dispemdio di risorse utili.
Obiettivo del manager vincente deve essere trasmettere know-how ai collaboratori per trasferire un adeguato livello di autonomia e rendere ciascuno di loro un risolutore di problemi (problem solver).

mercoledì, febbraio 21, 2007

la banda degli onesti

» Sicurezza al letto del paziente

Editori scientifici, la banda degli onesti?

Elizabeth Wager, publications consultant, GPP Working Group Member, Sideview, Princes Risborough, Gran Bretagna

L'editoria scientifica si fonda sulla fiducia: quella che i direttori delle riviste ripongono nei referee; quella degli autori nei confronti dei direttori, che devono agire secondo coscienza e in modo trasparente; quella dei lettori rispetto all'attendibilità delle fonti. Negli ultimi anni, lo scenario del "medical publishing" è stato drammaticamente scosso da articoli manipolati, ricerche inventate, frodi scientifiche. Per questo, Blackwell ha preparato delle linee-guida etiche per i direttori delle sue riviste: è una buona idea? Ne abbiamo parlato con una delle autrici delle Guidelines, Liz Wager.

Testo completo » (ITA)
Full text » (ENG)

domenica, febbraio 18, 2007

perchè si tengono riunioni?

Buoni motivi per tenere una riunione:

  • per far incontrare le persone
  • per aiutare a comunicare
  • per ispirare
  • per stimolare
  • per mettere in comune le risorse
  • per liberare
  • per farsi notare
  • perchè le riunioni sono un fatto naturale

Cattivi motivi per tenere una riunione:

  • per evitare le responsabilità
  • per fare sfoggio di potere
  • per abitudine
  • per evitare il lavoro
  • per evitare di scrivere
  • per ratificare le decisioni
  • per acquisire meriti nei confronti della Dirigenza

il buon capo


Estratto dal "Corriere della Sera" in: "Pubblico & Privato" di
Francesco Alberoni
IL BUON CAPO LO SI RICONOSCE SUBITO
BASTA UN PICCOLO TEST

Potete riconoscere con sicurezza, fin dai suoi primi gesti, fin dalle sue prime azioni, senza timore di sbagliare, se una certa persona governer� in modo dispotico, disprezzando ogni merito e ogni valore.
Osservate come sceglie i collaboratori a cui affida i compiti pi� importanti e riservati.

Il capo, che desidera veder prosperare la sua organizzazione in un clima di collaborazione e di armonia, sceglie le persone di valore, oneste, creative, dotate di autonomia di giudizio.
Lo stato maggiore delle grandi imprese di successo � formato, di solito, da manager di prim'ordine, ciascuno dei quali, in caso di necessit�, pu� sostituire il capo supremo e addirittura prenderne il posto.
E, sebbene le decisioni spettino sempre al capo, egli normalmente le discute con loro nel comitato di direzione.

Invece il comportamento del despota � completamente diverso. Anche lui usa collaboratori di valore, perch� senza di loro, l'organizzazione non potrebbe funzionare.
Per� per i compiti pi� importanti, pi� delicati e pi� sporchi, usa esclusivamente un gruppo di personaggi fedelissimi, di solito mediocri, privi di qualit� intellettuali e morali, ma che gli ubbidiscono ciecamente.
Hitler ha lasciato ai loro posti i generali delle forze armate, ha Wehrmacht, ma li ha messi sotto il controllo dei suoi compagni di partito, Goebbels, Himmler, Goering e delle milizie speciali, le SS, che rispondevano solo a lui.
Milizie in cui venivano reclutati giovani ambiziosi, spregiudicati, aggressivi e pieni di odio.
Anche Stalin lascia al loro posto alcuni grandi funzionari statali e generali della Armata rossa. Ma sotto il tallone dei suoi commissari politici e della polizia segreta.

Non dobbiamo pensare per� che questi metodi siano limitati alla politica o ai regimi totalitari.
Su scala pi� modesta vengono applicati anche nelle imprese pubbliche e private.
L'ho capito tempo fa quando ero consulente di una impresa dove gli eredi avevano da poco nominato un nuovo amministratore delegato.
Costui, con mio grande stupore, per prima cosa ha nominato capo del personale un uomo rozzo, ignorante, invidioso, di cui si diceva che rubava, ma che gli ubbidiva ciecamente.
Vedendolo all'opera, ho capito che il suo compito era angariare, perseguitare tutte le persone dotate di senso critico, tutti coloro che non chinavano la schiena, che non ubbidivano prontamente a qualsiasi tipo di ordine venisse dall'alto.
In poco tempo una impresa piena di vigore e di fermenti � diventata una macchina servile dove, quando arrivava l'amministratore delegato, tronfio e a petto in fuori, tutti si inchinavano.
Era un uomo che parlava ad alta voce, entrava nelle stanze senza bussare e, ignorando qualsiasi principio di equit� e di giustizia, appoggiava solo coloro che lo aiutavano nei suoi affari personali.
Eliminato cos� chi poteva criticarlo, cambiati i consulenti, i legati, i fornitori, stava per impadronirsi della impresa.
Era ad un passo dal riuscire, quando, con un atto di coraggio, uno dei giovani proprietari � riuscito a farlo licenziare.

Ed � sempre cos�: il despota, il personaggio che usa l'organizzazione per i suoi scopi personali, governa con una cricca formata da personaggi squallidi, privi di moralit�, che dipendono ciecamente da lui.
Mentre i funzionari che mandano avanti l'organizzazione, soprattutto quelli pi� preparati e onesti, vengono tenuti all'oscuro delle decisioni pi� importanti e, spesso, umiliati e minacciati.



martedì, febbraio 13, 2007

bisogna operare sempre anche in gravi condizioni

Cassazione. L'Alta corte si è pronunciata su un medico che non aveva fatto l'intervento
«Bisogna operare sempre
anche in gravi condizioni»
qLa Corte di appello
fiorentina aveva già
condannato il chirurgo
che fece ricorso
EPOLIS
3Una sala chirurgica
formulata la seguente imputazione:
di non avere tempestivamente
adottato alcun provvedimento
diagnostico adeguato, limitandosi
ad una terapia antidolorifica.
Il tribunale di
Livorno condannò il medico per
omicidio colposo. La corte d'appello
fiorentina assolse due dottori
e cambiò la pena di uno in
quattro mesi di reclusione. Motivazione:
l’origine del processo
infettivo, ossia la contaminazione
batterica della protesi, non
era colpa dell’imputato. Ora la
Cassazione, con la sentenza
Alessandra Bravi
alessandra . bravi@ epolis.sm
■ Nelle aule giudiziarie diventa
sempre più normale imbattersi
in cause per colpe mediche.
L'errore umano del dottore
che opera, o dell'infermiere
che sottovaluta un caso, porta
dritti dritti in tribunale. E la giurisprudenza
si arricchisce di
sentenze molto dure nei confronti
di chi spesso ha in mano
la vita o la morte di una persona.
L'ultimo indirizzo arriva dalla
Cassazione e riguarda una colpa
medica giudicata dalla corte
d'appello fiorentina.
NEL CASO SPECIFICO, alc uni
medici chirurghi dell'ospedale
di Livorno furono chiamati a rispondere
del reato di omicidio
colposo, per un intervento chirurgico
ad un'ernia. Dopo un
periodo di convalescenza, all'uomo
operato di 37 anni, sorsero
delle complicanze. Arrivato
al pronto soccorso perché stava
male, il chirurgo - che non era
quello che aveva operato il giovane
- lo aveva subito dimesso,
la sera del 21 giugno 1999, senza
diagnosticargli nulla. Il 23 giugno
il paziente era tornato ed
era stato ricoverato. Morì la notte
del 25. A carico dei medici fu
Firenze
4177 del 2 febbraio, riconosce la
negligenza della diagnosi e detta
una norma particolarmente
severa. Il dottore - secondo la suprema
corte - poichè il paziente
aveva febbre, ferita con siero e
maleodorante - anche se non
poteva identificare il batterio
specifico aveva sottovalutato il
quadro clinico, idoneo a destare
il concreto sospetto che ci fosse
un'infezione. Il chirurgo - secondo
i giudici -avrebbe dovuto
operare anzichè rimandarlo a
casa nonostante le ipotesi di insuccesso
dell'intervento. ■
Il dato
L' infezione
■■ La Cassazione ha
sostenuto che anche se
l'infezione aveva un tasso di
mortalità elevatissima,
c'erano margini per operare
con discreta possibilità di
salvare la vita, se solo si
fosse intervenuti entro le 48
ore prima della morte.
30 Il Firenze Telefono sms
13 Febbraio 2007 055.293.701 346.366.595.2

domenica, febbraio 11, 2007

comportamento aggressivo

Logo Alzheimer Italia

PER CHI ASSISTE IL MALATO

PARTE TERZA


Cambiamenti d'umore e di comportamento

Comportamento aggressivo

Il signor Williams era in piedi già da un po' accanto alla porta e borbottava qualcosa. Le infermiere lo ignoravano. Allora cominciò a picchiare con la punta del bastone contro la porta. Una delle infermiere lo prese per un braccio per accompagnarlo via, ignorando le sue proteste. Lui all'improvviso la schiaffeggiò.
Mio marito era un vero gentiluomo, mentre ora bestemmia come un turco. Non è che sia aggressivo, semplicemente usa dei termini che non avrebbe mai usato prima in presenza di una signora. All'inizio ero scioccata, ma adesso mi rendo conto che lui non intende dire quello che dice. Ha un'aria così sorpresa e ferita se lo rimprovero... non si rende conto di aver sbagliato. Io avviso le persone prima che lo incontrino e di solito reagiscono molto bene.

I malati di demenza si comportano spesso in modo aggressivo, sia verbalmente che fisicamente (anche se l'aggressività verbale è quella più comune). Questo comportamento può metterci in grave difficoltà emotiva e pratica. È sempre importante ricordare che il comportamento aggressivo è dovuto alla malattia più che all'individuo. In questo senso non risparmia nessuno: anche persone con un carattere molto dolce possono talvolta comportarsi in modo aggressivo. Ecco perché rimaniamo sconvolti e sconcertati. Diverse sono le cause che possono scatenare l’aggressività, ma soprattutto la frustrazione e l'ansia. Tuttavia, la causa più comune è la paura; si tratta quindi di una naturale reazione difensiva contro la falsa percezione di un pericolo o di una minaccia. Non sempre si riesce a prevenire l’aggressività, bisogna però cercare di ridurre al minimo le conseguenze per sé e per gli altri.



Come affrontare un comportamento aggressivo
  • Mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante
  • Cercare di distrarre il malato
  • Evitare gli atteggiamenti di sfida e i tentativi di coercizione fisica
  • Badare alla propria incolumità (fare in modo di avere una via di fuga)
  • Parlare dell'accaduto e dei propri sentimenti con una persona di fiducia
  • Informare il medico

Come prevenire un comportamento aggressivo
  • Cercare di scoprirne la causa, per impedire che si ripeta


Come affrontare un comportamento aggressivo
Mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante
È importante cercare di rimanere calmi, per non perdere il controllo della situazione. Certamente non sarà facile, soprattutto se il malato di demenza ci urla contro o si comporta in modo minaccioso. Non dobbiamo dimenticare che gli agiti e le parole non sono volutamente diretti contro di noi. Può darsi che il malato sia spaventato o arrabbiato e abbia soltanto bisogno di essere rassicurato, con le parole, con la dolcezza e spiegandogli cosa sta succedendo.
Cercare di distrarre il malato
Talvolta è possibile bloccare un comportamento aggressivo distraendo il malato. Ad esempio, possiamo proporgli di andare a bere qualcosa insieme, di andare da qualche parte o di fare qualcosa che a lui piace.

Tabella 6 - Comportamenti da evitare

  • atteggiamenti di sfida e discussioni
  • mostrarsi offesi
  • provocare fisicamente
  • stuzzicare o deridere
  • mostrare paura
  • bloccarlo con la forza
  • metterlo con le spalle al muro
  • non dargli spazio sufficiente
  • lottare per liberarsi dalla sua stretta
  • ricorrere alle punizioni

  • Badare alla propria incolumità
    Il malato di demenza può essere molto più forte di quanto ci si possa aspettare, specialmente quando si sente minacciato. Bisogna perciò essere sicuri di avere una via di fuga e usarla se necessario. Sarebbe opportuno trovare una persona esperta che ci insegni come ci si può liberare da una presa stretta. Se eseguita con delicatezza, questa manovra potrebbe trasformarsi in un gesto protettivo, oltre che darci sicurezza e maggiore tranquillità.
    Non c’è nulla di male a preoccuparsi di se stessi. Quando rassicurazione e distrazione non funzionano, non rimane molto da fare. Lasciando la stanza, non soltanto daremo al malato il tempo e lo spazio per calmarsi, ma garantiremo la nostra incolumità personale.
    Parlare dell'accaduto e informare un medico
    Se si verifica un episodio di aggressione, è meglio parlarne con una persona di fiducia, anche se pensiamo di aver gestito bene la situazione. Qualcosa che il malato ha detto o fatto si può insinuare nella nostra mente, o forse ci preoccupa come riusciremo ad affrontare la situazione in futuro.
    L'incidente può anche aver risvegliato ricordi di esperienze precedenti. Se il problema diventa incontrollabile o la paura prevale, non dobbiamo esitare a consultare un medico, che può essere in grado di consigliarci e - se necessario - prescrivere dei farmaci.

    Come prevenire un comportamento aggressivo
    Cercare di scoprirne la causa, per impedire che si ripeta
    Ansia, paura, agitazione, nervosismo, rabbia e frustrazione sono tutti stati d'animo che possono scatenare un comportamento aggressivo (vedi i capitoli successivi). Tuttavia, come accade per altri problemi, non è sempre possibile impedire al malato di comportarsi in modo aggressivo e non sarà certamente colpa nostra se questo a volte succede.

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    venerdì, febbraio 09, 2007

    il benessere organizzativo

    www.cantieripa.it
    IL BENESSERE ORGANIZZATIVO
    INDICATORI NEGATIVI
    1. Insofferenza nell’andare al lavoro
    Esistenza di una difficoltà quotidiana a recarsi al lavoro
    2. Assenteismo
    Assenze dal luogo di lavoro per periodi più o meno prolungati e comunque sistematici.
    3. Disinteresse per il lavoro
    Scarsa motivazione che può o meno esprimersi anche attraverso comportamento di scarso rispetto di regole e procedure, e nella qualità del lavoro
    4. Desiderio di cambiare lavoro
    Desiderio chiaramente collegato all’insoddisfazione per il contesto lavorativo e/o professionale in cui si è inseriti
    5. Alto livello di pettegolezzo
    Il pettegolezzo raggiunge livelli eccessivi, rendendolo quasi un sostituto dell’attività lavorativa
    6. Covare risentimento verso l’organizzazione
    Il dipendente prova rancore-rabbia nei confronti della propria organizzazione fino ad esprimere un desiderio di rivalsa
    7. Aggressività in abituale e nervosismo
    Espressione di aggressività, anche solo verbale, eccedente rispetto all’abituale comportamento della persona, che può manifestarsi anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Irritabilità
    8. Disturbi psicosomatici
    Classici disturbi dell’area psicosomatica (sonno, apparato digerente, ecc.).
    9. Desiderio di danneggiare gli altri e godimento per le sofferenze altrui
    Il desiderio è collegato al danno e al fallimento lavorativo altrui.
    10. Sentimento di inutilità
    La persona percepisce la propria attività come vana, inutile, non valorizzabile.
    11. Sentimento di irrilevanza
    La persona percepisce se stessa come poco rilevante, quindi sostituibile, non determinante per lo svolgimento della vita lavorativa dell’organizzazione.
    12. Sentimento di disconoscimento
    La persona non sente adeguatamente riconosciuti né le proprie capacità né il proprio lavoro.
    13. Lentezza nella performace
    I tempi per portare a termine i compiti lavorativi si dilatano con o senza autopercezione del fenomeno
    14. Confusione organizzativa in termini di ruoli, compiti, ecc.
    15. Venir meno della propositività a livello cognitivo
    É assente sia la disponibilità ad assumere iniziative che il desiderio di sviluppo delle proprie conoscenze professionali.
    16. Aderenza formale alle regole e anaffettività lavorativa
    Pur svolgendo i propri compiti e attenendosi alle regole e procedure dell’organizzazione, il dipendente non partecipa emotivamente ad esse.
    1

    mercoledì, febbraio 07, 2007

    il perfezionista

    Il perfezionista.

    Lo stimolo a far sempre meglio è una delle chiavi del successo ma se si trasforma nella ricerca di un'impossibile perfezione può diventare una vera malattia.

    Per la gioia di papà:

    spesso i perfezionisti hanno avuto genitori esigenti, che dimostravano di amarli solo per i buoni risultati che ottenevano a scuola o negli sport.

    Sempre scontento di sè stesso, il perfezionista patologico non sa godere dei momenti di gioia ed ha il terrore delle critiche.

    ("I pericoli della perfezione", di Frederic Fanget)

    martedì, gennaio 23, 2007

    bufale

    Il blog chirurgia tratta di argomenti che non troverete in nessun altro sito.
    E’ l’altra faccia della medaglia della chirurgia.
    Usualmente potete leggere di tutto sulla chirurgia e sui chirurghi ma non sull’ambiente della chirurgia e sui chirurghi visti come dietro le quinte.
    Ogni tanto è pubblicato qualche libro critico ma non ha fortuna di vendite, anche perchè manca la giusta pubblicità.
    Un libro importante, scritto da un medico, focalizza l’attenzione sulle “bufale” che circolano nell’ambiente medico-chirurgico.
    L’autore è
    Tom Jefferson,
    il titolo è
    “Attenti alle bufale”,
    la casa editrice è
    “Il Pensiero Scientifico Editore”, 2005,
    il sottotitolo è
    “Come usare la evidence-based medicine per difendersi dai cattivi maestri”.
    Il libro è destinato ai medici ma il pubblico può apprendere cose che diversamente non saprebbe mai e che servono a riconoscere (se si vuole) i venditori di fumo.
    Il libro ha anche un sito internet, che può essere visitato liberamente, per avere una idea degli argomenti che tratta:
    attenti alle bufale.

    intelligenza sociale

    Daniel Goleman

    Intelligenza sociale

    Rizzoli - Collana: Saggi

    Pagine 418 - Formato 13,5x21,5 - Anno 2006 - ISBN 8817013129
    Argomenti: Psicologia - Psichiatria - Psicanalisi, Sociologia
    Normalmente spedito in 3-5 gg. lavorativi



    Note: Traduzione di Valeria Pazzi

    Caratteristiche: rilegato, con sovraccoperta

    Note di Copertina

    Dal matrimonio ai rapporti di lavoro, dalle dinamiche di gruppo all'era dell'iPod, un saggio rivoluzionario sulle relazioni interpersonali che plasmano la nostra mente.

    A met� degli anni Novanta, Doniel Goleman ha radicalmente innovato il panorama della psicologia con il rivoluzionario bestseller Intelligenza emotiva, svelandoci i segreti delle nostre emozioni e mostrando le enormi potenzialit� del cervello umano.
    A dieci anni di distanza, lo psicologo americano compie un ulteriore passo avanti e, sulla scorta delle scoperte di una nuova disciplina - le "neuroscienze sociali" -, indaga sulla natura intrinsecamente socievole del cervello umano, e su come le relazioni interpersonali plasmano la nostra mente e influiscono sul nostro corpo. E proprio qui entra in gioco l'Intelligenza sociale. Unendo al rigore scientifico una messe di esempi concreti, tratti dalla vita quotidiana a scuola e in ufficio e persino dalle esperienze dei militari americani in Iraq, Goleman ci mostra che le emozioni sono contagiose come virus, proprio perch� la nostra mente � predisposta all'interazione. Scopriamo cos� la sorprendente accuratezza delle prime impressioni, le complesse dinamiche dell'attrazione erotica, ma anche i processi mentali inconsci attraverso i quali capiamo che il nostro interlocutore ci sta mentendo.
    Gli esseri umani sono naturalmente portati all'empatia, alla cooperazione e all'altruismo. Si tratta allora di sviluppare al massimo queste capacit� innate in ciascuno di noi, "allenando" la nostra intelligenza sociale e ricercando attivamente il dialogo con l'altro: soprattutto oggi, in un'epoca in cui la diffusione massiccia delle nuove tecnologie ci costringe a relazioni a distanza, chiudendoci in un vero e proprio "autismo sociale". Potenziare al massimo questo tipo di intelligenza significa vivere con pienezza le relazioni d'amore, educare i nostri figli alla felicit�, diventare leader e insegnanti capaci di stimolare la creativit� e le risorse nascoste di ognuno.

    "Goleman � un maestro nello svelarci i segreti della nostra vita emotiva." (The New York Times)

    "E' un libro molto bello, non solo perch� denuncia la nostra miseria emotiva rispetto al nostro sviluppo intellettuale ma perch� a chiare lettere dichiara che la nostra emotivit� pu� essere educata e, se vogliamo una societ� migliore, deve essere educata" (Umberto Galimberti su 'Intelligenza emotiva')


    Indice - Sommario


    Prologo. Alla scoperta di una nuova scienza


    1. Programmati per connetterci

    2. Legami spezzati

    3. Natura provvida

    4. Le variet� dell'amore

    5. Connessioni sane

    6. Conseguenze sociali


    Epilogo. Ci� che conta davvero

    Appendici

    Ringraziamenti

    Note