giovedì, marzo 29, 2007

la manipolazione

Manipolazione

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Per manipolazione in senso psicologico s'intende il comportamento, contrario a una certa etica, che tende a indurre una persona a fare qualche cosa indipendentemente dalla sua volontà, quindi simile al plagio.

La parola si usa in senso spregiativo: chi manipola lo fa generalmente onde strumentalizzare qualcuno ai proprî fini. Va quindi ricordato che forme sottili di manipolazione sono onnipresenti e vanno dall'educazione alla pubblicità, con propositi talora filantropici o edificanti.

Una comunicazione efficace non dovrebbe essere e certamente non deve sembrare manipolatoria.

martedì, marzo 27, 2007

psicologia dell'illusione (errore cognitivo medico?)

psicologia dell’illusione (vale anche per i chirurghi)

  1. il depistaggio:se concentriamo la nostra attenzione su un punto, saremo ciechi o quasi a ciò che accade lontano da quel punto;
  2. la presunzione: giudichiamo sempre ciò che ci circonda sulla base della nostra esperienza ovvero di ciò che crediamo di sapere;
  3. l’attenzione limitata: se vediamo una cosa che ci sembra nota non la degniamo di una seconda occhiata;
  4. la fiducia nei nostri sensi: se osserviamo qualcosa “con i nostri occhi” non vediamo il motivo di metterlo in dubbio;
  5. la fretta di arrivare ad una conclusione: prendiamo decisioni sulla base di dati incompleti (es. se vediamo una coda presumiamo subito che ci sia un cane).

Non è tutto.

domenica, marzo 25, 2007

l'invidia, il sentimento più diffuso tra i chirurghi

l’invidia, il sentimento più diffuso tra i chirurghi

Sei invidioso?

Rifletti:

  • provo un certo piacere a sminuire i successi degli altri
  • mi chiedo spesso: perchè lui sì ed io no?
  • se il mio partner è al centro dell’attenzione mi sento sminuito
  • se una persona antipatica ha delle difficoltà non sono affatto dispiaciuto
  • credo di essere più intelligente della maggior parte degli altri
  • se un collega ottiene una promozione prima di me io penso che la sua è stata solo fortuna

(questionario di predisposizione all’invidia, Tappatà L., psicologia della personalità, “nel girone degli invidiosi”, Psicologia contemporanea n.195-maggio/giugno 2006, Giunti Editore)

“Tipica espressione dell’invidia è la maldicenza: si svaluta l’altro agli occhi del maggior numero possibile di persone, meglio se influenti o gerarchicamente elevate. Lo sguardo fruga tra le debolezze altrui, nel desiderio di individuarle, ingigantirle, renderle pubbliche. La persona arde di un’aggressività che non osa agire apertamente e della quale non sa liberarsi.”

“Un cocktail micidiale di insicurezza, malanimo ed efficienza.”

“L’invidioso si presenta come un soggetto dotato di scarso controllo delle proprie emozioni, un tipo ansioso, costantemente preoccupato e nervoso, insoddisfatto di sè e della realtà che lo circonda.”

“L’invidioso appare anche meticoloso, preciso, ordinato: tende verso i propri obiettivi distruttivi con costanza, caparbietà e resistenza. Proprio come diceva Dante, l’invidioso è un osservatore tenace, attentissimo a cogliere negli altri anche i più piccoli difetti.”

L’invidia è un peccato mortale.

Dante condanna gli invidiosi ad avere gli occhi cuciti con fil di ferro per l’eternità.

L’invidioso più pericoloso è quello che non ha coscienza di questa emozione-sentimento ed occupa posti di responsabilità di organizzazione.